Un’altra storia del fiume Po
Nel 2002, tra le bancarelle di un mercatino di Montecatini, un uomo trova un’edizione del 1884 del romanzo di Émile Zola La joie de vivre. Dal volume sporge una busta ingiallita con sigillo in ceralacca: contiene frammenti di un antico manoscritto datato 15 maggio 1926.
“Partito dal porto di New York alle 19.12, con dodici minuti di ritardo sull’orario. Il mio primo grande viaggio è cominciato.”
Tra le carte emerge anche una cartolina del Museo Correr di Venezia, firmata Grandpa Theo — uno degli pseudonimi di H.P. Lovecraft. Secondo il testo, lo scrittore avrebbe lasciato Providence per raggiungere il Polesine, attraversando il Veneto alla ricerca di leggende del delta del Po: spiriti, voci, creature anfibie che popolano i “racconti del Filò”.
“Nonostante il sole, le finestre sono serrate. Dietro le imposte, un vociare
sommesso, come un sussurro.”
sommesso, come un sussurro.”
Il diario si interrompe il 4 luglio 1926, poco prima che Lovecraft scriva, anni dopo, The Shadow Over Innsmouth.
Che cosa avrebbe visto H.P. Lovecraft se questo viaggio fosse realmente avvenuto?